PSP

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La PSP: un po’ di storia di questa console

Di console elettroniche per la giocabilità dei videogiochi ne vengono lanciate ogni anno, certo che sì, ma poche di queste hanno avuto le enormi aspettative della PlayStation Portable, più comunemente nota come PSP.
La Playstation portatile è celebre per essere stata la prima versione portatile della console della Sony, la PSP appartiene alla categoria di dispositivi della settima generazione, essendo stata lanciata sul mercato tra il 2004 e il 2005.
Quella della PSP della Sony è una storia lunga e articolata, frutto della volontà, da parte di Sony, di andare a lottare in un mercato comunque saturo, vale a dire quello dei pratici dispositivi portatili. Già da tempo, prima del suo lancio effettivo, si vociferava che nel settore in questione la Sony avrebbe pensato a immettere in commercio una console portatile, da sviluppare per quella fetta di utenti amanti della comodità e della portabilità.
Un prodotto che, di fatto, avrebbe dovuto recare in sé il nome “PlayStation”, un marchio affermato e che avrebbe potuto letteralmente fare da traino alla nuova console.
La PlayStation Portable venne quindi annunciata all’E3 di Los Angeles tenutosi nel 2003, tenendo però ben presente che, in ogni caso, l’annuncio faceva esclusivamente riferimento a questioni di sviluppo. La console sarebbe stata svelata solamente a un anno di distanza, ancora una volta con l’E3 a far da sfondo.
Nello specifico, fu la conferenza stampa del 2004 ad ospitare la presentazione della console portatile di Sony, con il lancio vero e proprio che sarebbe avvenuto solamente a partire dal mese di dicembre.
Dal punto di vista delle vendite, nel corso degli anni la commercializzazione della PSP ha consentito a Sony di raggiungere sino a un numero pari a circa 80 milioni di dispositivi venduti, un valore che, in questo caso specifico, fa riferimento al 2014.
È praticamente impossibile che i numeri, dopo l’anno qui riportato, siano potuti aumentare: a partire dal giugno 2014, infatti, l’azienda giapponese ha annunciato definitivamente la dismissione del dispositivo, non consentendo più ai propri utenti di effettuare l’accesso allo Store della console direttamente dalla PSP.
Dopo la prima colorazione classica nera, sono uscite diverse colorazioni della PSP da Silver, Red, blu e molte altre
Negli anni successvii venne chiamata anche PSP 1, perchè la console PSP ha avuto dei successori e parliamo di PSP Slim & Lite e successivamente ancora la PS Vita

Caratteristiche hardware della PSP

La PlayStation Portable si è messa subito in evidenza per le sue ottime caratteristiche hardware, a partire da una CPU in grado di lavorare a 128 bit.
Il processore della PSP era un Allegrex basato sull’architettura MIPS R4000 a 32-bit con una frequanza variabile da 1 a 333 Mhz, affiancato a un coprocessore  Media Engine CXD5026-203GG anch’esso con frequenza da 1 a 333 Mhz
Tuttavia, l’elemento più noto del dispositivo è senza alcun dubbio il suo ampio display: la prima versione della PSP, infatti, è stata commercializzata con uno schermo TFT (Thin Fine Transistor) da 4,3 pollici.
Si trattava di un display particolarmente ampio per l’epoca, che di fatto andava a coprire gran parte della superficie frontale del dispositivo.
Entrando più nel dettaglio, il display (tra le altre cose dotato di retroilluminazione) offriva una risoluzione pari a 480 x 272 pixel, a fronte di un rapporto di 16:9.
Dal punto di vista della memoria interna, la prima versione della console ospitava una RAM pari a 32 Megabyte complessivi.
Interessante, invece, la questione del sistema operativo.
Una particolarità della PSP, infatti, era quella di consentire l’aggiornamento del sistema direttamente online, sfruttando la capacità, da parte della console, di connettersi alla rete in modalità wireless (nello specifico wireless 802.11b).
Sul piano grafico la PSP ospitava al suo interno una GPU da 166 Megahertz, capace di offrire la rappresentazione di rendering decisamente di qualità: la console, infatti, era in grado di esprimere sino a 7,6 milioni di poligoni al secondo, un valore notevole associato alla qualità del Virtual Surround (a 16 bit).
Dotata di una batteria ricaricabile, capace di garantire un’autonomia di 6 ore, la PSP vantava anche una pratica connessione USB, oltre a consentire la riproduzione di videoclip nel classico formato AVC e file sonori in MP3.
Più ampia la gamma dei formati grafici: la prima versione della PlayStation Portable, infatti, poteva riprodurre senza problemi file in JPG, TIFF, BMP, WMA e via dicendo. Infine, da sottolineare come la PSP fosse in grado di garantire il cosiddetto region-free, vale a dire il sistema di digitale che consentiva la massima compatibilità digitale anche tra videogiochi prodotti nei vari continenti.
Una delle curiosità della PSP erano le “cartucce gioco” ovvero gli UMD dei minidisk protetti da una custodia di plastica per renderli più resistenti e durante il gioco si sentiva spesso girare il disco.

I giochi di maggior successo della PSP

Nonostante il lancio della PSP, da parte di Sony, era visto più che altro come una grande sfida per il colosso giapponese, va comunque evidenziato come la console sia stata in grado di registrare numeri importanti dal punto di vista della commercializzazione e delle vendite dei videogiochi annessi.
Si prenda come esempio il videogioco Grand Theft Auto: Liberty City Stories, adattato appositamente per PSP e in grado di toccare vendite comprese tra le 5 e le 7 milioni di unità; o si prenda in considerazione anche il “cugino” di Liberty City Stories, ossia Vice City Stories, anch’esso prodotto da Rockstar e capace di vendere più di 3,5 milioni di copie. Tralasciando la serie GTA, sono altri i videogiochi che hanno saputo riscontrare l’apprezzamento del grande pubblico: stiamo parlando di titoli come Monster Hunter, che con le versioni Freedom 2 e Freedom Unite è arrivato a vendere complessivamente più di 6 milioni di copie, e Need For Speed: Most Wanted, sviluppato da Electronic Arts e venduto per più di 2 milioni di copie. Inossidabile anche il fascino di Tekken, e in particolare la versione Dark Resurrection (1,9 milioni di copie) e di God of War, con il capitolo Chains of Olympus venduto per circa 1,8 milioni di unità.
Da non dimenticare nemmeno Need For Speed Carbon, che vendette circa 1,3 milioni di copie, e Star Wars Battlefront II, che riuscì a vendere oltre il milione e mezzo di copie complessive.