L’emulatore MAME

Sono in mezzo a noi, si confondono tra la gente e, a meno che non si palesino chiaramente, non saprai riconoscerli.
Ma non sono pericolosi, non vogliono danneggiare nessuno: loro sono sono dei grandi nostalgici dei giochi elettronici vintage, di quelli che in fondo hanno segnato la giovinezza (e non) di milioni di individui.
Parliamo degli amanti dei giochi arcade.

Indice

L’emozione unica dei vecchi giochi della sala giochi

Per arrivare a comprendere l’ampia portata di questo fenomeno bisogna fare un passo indietro, e capire esattamente cosa sono i giochi arcade.
Questi elementi ricreativi nacquero come postazioni collocate presso le sale giochi, ed era possibile fruirne poiché erano a totale disposizione del pubblico, previo pagamento ovviamente.
Fisicamente si presentavano come una specie di totem robusto ed ingombrante che conteneva l’hardware adibito al caricamento del gioco prescelto.
Nella parte superiore di questo totem era presente uno schermo, e nella parte appena sottostante si poteva apprezzare la presenza dei comandi. Al tempo questi consistevano in qualche pulsante e, a seconda del gioco, anche qualche leva direzionale.
Poiché queste macchine funzionavano secondo la logica del coin-operated, la parte inferiore della struttura era costruita presentando l’accesso per le monete (o gettoni, a seconda del tipo di locale nel quale questo gioco si trovava) che erano deputate all’avvio del gioco.

Una piccola fessura sottostante accoglieva le monete da recuperare a seguito di un eventuale scarto.
Completava il cavo elettrico sul retro, croce e delizia di migliaia di gamers nostalgici.
Un insieme di più macchine arcade costituiva il patrimonio di una sala giochi.
Storicamente si possono definire come la prima generazione di videogiochi, e a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 vennero immessi sul mercato gli esemplari più famosi, e parliamo di arcade del calibro di Space Invaders, Asteroid, Pac-Man, Tetris e Defender.
A contribuire al sorpasso di questa tipologia di giochi retrò hanno contribuito due elementi sostanziali: se da una parte i giochi di pubblico accesso sono stati lentamente soppiantati dall’utilizzo del Personal Computer e console da salotto, dall’altro la crescente richiesta di iperrealismo ne ha sancito la morte definitiva.
Attualmente le sale da gioco si sono adeguate ai tempi dotandosi di postazioni super tecnologiche ed interattive.

Ma esattamente, dove si colloca il M.A.M.E.?

M.A.M.E. è la risposta tecnologica di questa nutrita schiera di arcade nostalgici, e si colloca sulla linea temporale degli anni ’90. In quegli anni infatti la sala giochi iniziav ail suo vecchio declino, grazie anche alle console di nuova generazione che stavano spostando il divertimenti nel salotto di casa. I video giochi arcade (chiamati anche coin op) avevano un fascino incredibile ma con la Playstation 1 iniziò come detto il declino degli arcade.

I video giochi invece, continuavano ad avere un fascino (e continuano tutt’ora) in quanto era bellissima l’atmosfera del cabinato, chi non ha mai giocato a Double Dragon, Street fighet e donkey kong, Pac Man e milioni di altri giochi

Il MAME ci riporta a quei tempi

Il MAME sul PC

Partiamo con lo spiegare il significato di questo acronimo: Multiple Arcade Machine Emulator.
Si tratta di un software per PC deputato alla complessa operazione di emulazione dei giochi arcade ma, sebbene permetta di riportare in vita i giochi retrò, si ferma alla sola emulazione degli hardware, ossia delle vecchie schede elettriche.
Il M.A.M.E. quindi, operando sull’odierno pc di casa, si interpone come ricreatore della complessità sottostante alla riproduzione del gioco arcade: il suo software imita, in poche parole, i vecchi processori CPU del gioco prescelto, nonché le memorie RAM e ROM, i circuiti audio e video, e tutte le periferiche di input coinvolte nell’interazione, ossia joystick, pulsanti e leve. Insomma, funge da finto hardware in un vero hardware.
É questa la potenza di M.A.M.E.: sebbene limitato alla sola imitazione della parte hardware, permette di ricreare l’ambiente fisico senza il quale sarebbe impossibile far girare i software dei giochi.
Se si volesse volesse trovare un altro termine di paragone, M.A.M.E. è una sorta di plastilina che riproduce la parte corporea.

L’inserimento dell’anima è una lavoro che spetta alle ROM.
Al di là della funzione ludica che riveste tra gli appassionati del settore, c’è da riconoscere a questo emulatore la vera e propria capacità di configurarsi come una sorta di museo dei giochi arcade, preservandone la tecnologia delle vecchie macchine da gioco per la memoria dei posteri.

Le Rom del MAME

Come anticipato, la funzionalità del M.A.M.E., per quanto brillante e fondamentale, si ferma alla sola emulazione dell’apparato hardware.
La componente software, ossia il gioco vero e proprio, è contenuto nella ROM, acronimo di Read Only Memory.
Ma, a differenza di altri emulatori, a M.A.M.E. non basta installare una sola ROM: infatti ne esiste una per la componente audio, una per la parte video, una per la lingua, una per le istruzioni… Ecco che appare chiaro che per ogni gioco si decida di emulare occorrerà scaricare tutta le ROM necessarie, dando vita al cosiddetto ROMset, senza il quale un gioco non sarebbe altrimenti riproducibile.
C’è da specificare che, mentre M.A.M.E. sia nato come software non solo legale e gratuito, ma addirittura open source, le ROM non seguono lo stesso principio.
Possedere una ROM, a meno che non si tratti di limitati casi specifici, costituisce di per sè utilizzo di materiale sottoposto a copyright, e come tale si può incappare nella violazione di diritti d’autore, soprattutto se si vuole monetizzare dal loro utilizzo.
Ma al di là di questo aspetto, come e dove si possono reperire ed utilizzare le ROM desiderate senza dover fare i conti con l’illegalità software?
Le vie sono diverse: o si ha la fortuna che il produttore abbia fatto decadere i diritti (evento raro), oppure si può venire autorizzati dallo stesso per l’utilizzo (situazione complessa). In alternativa basterebbe comprare le schede logiche originali ed utilizzare le ROM desiderate: infatti i diritti si acquisiscono anche se la scheda arcade non è di per sè funzionante, ma poiché conserva le ROM desiderate, di fatto se ne diventa proprietari per un uso personale.
Quindi con un esborso di pochi euro si opererebbe in piena legalità.
Una volta proprietari delle schede originali, sul web si trova tutto il set desiderato.
Se sprovvisti delle schede originali, sebbene l’operazione di download sia gratuita, la legge sul diritto d’autore è chiara: vige l’obbligo di cancellare le ROM entro 24 ore dal download.

Infine bisogna ricordare le parole del suo creatore, l’italiano Nicola Salmoria: lo scopo primario è la preservazione delle vecchie tecnologie, non il vero e proprio gaming.
Questo sarebbe, in fondo, un mero “piacevole effetto collaterale”.
Quando il detto “Italians do it better” vale più di mille parole!

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