The Legend of Zelda: Link’s Awakening: un remake fantastico

Zelda ha moltissimi fan in tutto il mondo, tutti i capitoli della saga di Zelda hanno sempre avuto un fantastico successo di pubblico e l’ultimo capitolo non sarà da meno

Dopo la prima comparsa su Game boy nel 1993 rieccolo su Switch

Uscito nel lontano 1993, The Legend of Zelda è ritenuto da tutta la comunità di videogamer appassionati e non come uno dei giochi maggiormente riusciti sulla piattaforma Game boy. All’interno di un Nintendo Direct è stato annunciato a febbraio un remake del famosissimo videogioco approdando cosi sulla piattaforma di Nintendo.
L’atteso remake ha quindi attirato l’attenzione di tutti coloro che hanno giocato a The Legend of Zelda su Game boy più di venti anni fa.
La nuova versione è stata sviluppata in collaborazione con Grezzo, già impegnata proprio per Nintendo di rifacimenti per Nintendo 3DS di Majora’s Mask.
I contenuti che hanno appassionato milioni di giocatori su Game boy tempo fa ritornano a nuova vita ora su una console più potente e realizzata ad hoc per questo gioco: Nintendo Switch Lite.
Lo stile di Link’s Awakening è più semplice e compatto proprio per rispettare quella che era la visione e il mondo del videogioco sulla vecchia console, certamente più limitata della nuova Switch, che tuttavia ha riscosso ai suoi tempi recensioni più che positive per quello che riguarda lo sviluppo della storia e della grafica.
La scelta della collaborazione tra Nintendo e Grezzo è stata indirizzata quindi a cercare di ricreare la stessa esperienza di anni fa senza però venir meno allo spirito che ha caratterizzato questo gioco e che ha appassionato generazioni intere di giocatori.

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Un pò di storia di questo Zelda

The Legend of Zelda: Link’s Awakening rappresenta il quarto capitolo della saga Zelda, disegnato e distribuito negli anni novanta, nel 1993 per l’esattezza, seguito poi da una ulteriore versione distribuita per Game boy color nel 1998.
La trama riprende la narrazione terminata nel quarto capitolo e vede il protagonista, Link che dopo aver sconfitto Ganon in Link to the past parte per un viaggio con la determinazione di allenarsi e diventare più forte.
Nel viaggio di ritorno però viene abbattuto da una tempesta e la sua nave viene dirottata su un’isola, Koholint, sulla quale si risveglia privo di sensi. Su questa Koholint viene accolto da Marin, una ragazza che vive nel villaggio di Mabe col padre Tarin che si innamora del protagonista.
Una volta recuperata la sua spada, Link incontra un altro personaggio, Gufo che diventerà la sua guida e il suo mentore durante tutta la storia; Gufo sarà il personaggio che indirizza Link verso la sua nuova sfida, andare sul monte Koholint per svegliare il Pesce del Vento e liberare la città dai mostri degli incubi.
Per fare ciò gli serviranno gli Strumenti del Sirene protetti dagli incubi, una schiera di ombre.
Link scopre quindi che l’intera isola è un sogno del Pesce del Vento e che risvegliandolo potrebbe riportarlo sulla sua Hyrule.
L’impresa inizia quando Link suona gli Strumenti e riesce ad entrare nell’uovo sul quale dorme il Pesce e può combattere il re degli incubi che tenta di assumere le sembianze di tutti i vecchi nemici di Link. Il protagonista vince lo scontro destando il Pesce che cosi lo riporta a casa.

Link’s Awakening: un remake realizzato bene con una grafica stupenda

Lo stile grafico adottato per questo fantastico remake è sensato ma spettacolare.
Donare una nuova identità visivamente diversa è stato l’obiettivo di Grezzo che ha cercato di mantenere tutto com’era in chiave moderna e con una realtà accattivante. Puntare su un diorama è stata senza ombra di dubbio la scelta vincente per questo remake che sembra aver convinto la maggioranza degli utenti con una valutazione delle recensioni molto positiva. Lo stile compatto del gioco richiedeva una rivisitazione che rispettasse le caratteristiche essenziali delle avventure di Link nell’isola deserta sulla quale si risveglia.
Il gioco risulta piacevole per la grafica con la quale è stata disegnata Koholint e i suoi abitanti.
Si è cercato di mantenere quella certa bizzarria dei personaggi che caratterizzava non solo The Legend of Zelda ma anche Majora’s Mask.
La graziosità con la quale è stato ridisegnato questo mostro sacro del gioco su console poteva in qualche modo travisare questi aspetti che invece sono rimasti appunto ridisegnati e non annullati completamente.
La grafica risulta gradevole anche se in alcuni punti si nota un brusco calo di framerate che può e deve essere corretto con un aggiornamento.
Benché i quadranti siano stati rimossi, tranne che nei dungeon, tutto il gioco è perfettamente ordinato, composto ma soprattutto equilibrato.
All’interno di The Legend of Zelda: Link’s Awakening abbiamo molti stili diversi mescolati insieme o susseguenti l’uno all’altro: si parte con i momenti di esplorazione, si prosegue con le battaglie e quindi con l’azione vera e pura, tutto ciò intervallato da momenti di strategia e riflessione con enigmi.
La gradualità con la quale questo gioco inizia a conquistare il videogamer è molto sottile ma via via che il gioco avanza si scoprono nuove cose che mantengono tensione e curiosità sempre sveglie. Missioni elementari che si complicano e intrecciano sempre di più sono alla base del successo di Link’s Awakening, nel quale anche le missioni a prima vista insignificanti nascondono qualcosa da tenere a mente per superare il livello.
Il sistema di controllo del gioco è stato mantenuto il più fedele possibile all’originale.
Anche qui ci si può spostare nelle otto direzioni canoniche, gli unici interventi sono mirati a rendere il movimento più naturale e morbido rispetto al passato, inoltre sono stati corretti alcuni elementi logici del gioco oltre che alcuni enigmi anche se qui diventano più complessi e forse anacronistici.

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